Armonia, fratellanza e sopratutto Federico II di Svevia sono stati protagonisti della tornata rituale per la celebrazione del 20° anniversario della fondazione della R:. L:. Nuova Federico II n° 170 all’Oriente di Cosenza del Grande Oriente Italiano (obbedienza Piazza del Gesù), che si è tenuta ieri presso il castello Normanno/Svevo di Cosenza.
Più di centocinquanta persone provenienti da tutta la Regione hanno vissuto una serata giusta e perfetta complice la location millenaria e soprattutto grazie alla magistrale conduzione della tornata da parte del M:. V:. M. Marcellino. Dopo l’ apertura dei Sacri Lavori in grado di apprendista la tornata prende forza e vigore con la lettura della tavola intitolata “Federico II e la sua Lungimiranza” Scolpita dal G:. M:. Aggiunto L. Taurino che ha condotto i presenti in un vero e proprio viaggio temporale di grande forza e valore spirituale. Federico II grande Sovrano tedesco, Svevo e Normanno di sangue, Greco, arabo ed in parte ebraico per educazione ma soprattutto Italiano, anzi Siciliano per scelta. Il suo impero davvero non ebbe confini, oltre ai regni cristiani vennero a rendergli omaggio anche delle delegazioni dal mondo orientale nel quale era nota la sua grande attenzione verso il mondo islamico.
La Tavola riesce nel suo intento di rievocare le suggestioni di quell’ epoca. Federico II, Cosenza e il castello svevo, la corte di Palermo, l’ islam, la fratellanza e la tolleranza verso il diverso per poter capire ed accettare altre culture che arricchiscono ed uniscono invece di dividere. Il medioevo si esprimeva in lui nella concezione del mito imperiale, forte di un potere universale che gli derivava direttamente dall’ Essere Supremo, la modernità era presente nella sua apertura ad integrazioni culturali ed equilibri politici sempre nuovi. L’ atteggiamento di Federico II di fronte al mondo intellettuale del suo tempo ci dimostra che egli era prevenuto al concetto dell’ unità e dell’ universalità del sapere umano, per cui veniva abolita ogni differenza fra un dotto cristiano , musulmano o ebreo, la sua corte accolse tutti i principali uomini di cultura della sua epoca attingendo soprattutto dalle più avanzate scuole d’ oriente. e ribadire, se mai ce ne fosse bisogno, lo spessore del Sovrano e dell’ Uomo. Conclude la tornata il Serenissimo e Potentissimo Gran Maestro Nicola Tucci che, prendendo spunto dalla tavola coglie l’ occasione per valorizzare il concetto di tolleranza che deve essere alla base del comportamento di ogni Massone. A tal proposito ha fatto specifico riferimento a quel pavimento a scacchi ed alla tavola di smeraldo che definiscono il concetto di complementarità degli opposti. La serata di giubilo si è conclusa con una piacevole agape fraterna.
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